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MANN 2021 | Dai gladiatori alle piattaforme digitali dalle nuove collezioni al videogame un museo sempre più tecnologico

Il 2021 sarà un anno all’insegna dell’innovazione e della tecnologia per il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Si partirà con la mostra de “I Gladiatori”, la cui apertura è prevista il prossimo 8 marzo: in occasione della grande esposizione, sarà ricostruita e riprodotta digitalmente, da Altair 4 Multimedia, la sequenza delle pitture ormai perdute dell’Anfiteatro di Pompei; grazie alle nuove tecnologie, alcuni percorsi video riproporranno le tipologie di armature che contraddistinguevano le diverse “classi” di gladiatori.

E non soltanto: nel Braccio Nuovo del MANN, spazio ad una sezione più contemporanea dell’allestimento; qui si potrà effettuare un vero e proprio viaggio nel tempo, rileggendo la fortuna dei gladiatori nella storia, nelle arti visive e nel cinema. Si proseguirà poi con una straordinaria serie di progetti e novità, frutto del lavoro condotto nei lunghi e complessi mesi del 2020, la cui ideazione è ancora precedente.

 «Le difficoltà dell’anno del Coronavirus hanno indubbiamente agito da sprone, favorendo un’accelerazione in molti campi», racconta il Direttore del Museo, Paolo Giulierini«Ma non avremmo potuto conseguire certi risultati se non ci fosse stata a monte una visione che partiva da lontano. La rivoluzione digitale del MANN è iniziata da tempo, quando abbiamo deciso di veicolare i contenuti e il messaggio del Museo sotto diversi tipi di linguaggi online e offline: dai videogiochi ai fumetti, dal videomapping alle piattaforme digitali».

Tante le iniziative in programma: la riapertura della sezione sulla tecnologia pompeiana, il secondo capitolo del videogioco Father and Son, la piattaforma digitale per scoprire il MANN, ma anche il nuovo Atrio con gestione elettronica dei flussi. Si proseguirà anche nel segno delle disseminazioni artistiche promosse dal progetto OBVIA- Out of boundaries viral art dissemination, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

Sono solo alcune delle strade che il MANN percorrerà nel 2021: sempre più orientato verso il digitale, gli intrecci di linguaggi e la valorizzazione innovativa di mostre e collezioni, sempre in naturale equilibrio tra la celebrazione della tecnologia antica e l’utilizzo di quella moderna.

LE NOVITÀ

Una nuova esperienza di Museo al passo con i tempi

Molto ambiziosi sono i progetti che utilizzano le tecnologie digitali per fornire ai visitatori del Museo nuovi percorsi di fruizione. Come quelli che dall’8 marzo accompagneranno la mostra I Gladiatori«Partendo dalla collezione di proprietà del Museo e da un gruppo di reperti unico al mondo che fu usato anche come modello per il film Il Gladiatore, offriremo una fantastica ricostruzione digitale delle armi, che saranno mostrate al pubblico indossate dagli stessi combattenti», dice Giulierini «La fedeltà nei confronti di com’erano in origine sarà tale che si potrà rivedere il bronzo luccicare come oro. E ci sarà anche la ricostruzione digitale dell’anfiteatro di Pompei».

Dalla primavera 2021, al via la nuova piattaforma ICT del MANN: si potrà partecipare ad una visita virtuale assistita da una guida reale remota con funzionalità e-learning. Si organizzeranno, così, itinerari digitali per gruppi di visitatori, che saranno in grado di connettersi contemporaneamente sul web e selezionare anche particolari percorsi tematici o focus su singoli reperti. La piattaforma permetterà anche una navigazione autonoma e includerà tutti i prodotti digitali realizzati dal Museo. 

Giocando con il Mann: Father and Son 2MannCraftFuga dal Museo

Tre novità molto attese riguardano il mondo dei videogiochi, al quale il MANN si è avvicinato con successo nel 2017 con l’avventura Father and Son, promossa grazie alla collaborazione con l’Associazione TuoMuseo e il game designer Fabio Viola. 

«Quella è stata un’esperienza straordinaria, con quasi 5 milioni di download in tutto il mondo», dice Giulierini, annunciando che a maggio arriverà il secondo capitolo del game. «Lo abbiamo sviluppato ascoltando i consigli, i commenti e le sollecitazioni degli utenti, che ci hanno spinto ad approfondire percorsi narrativi solo accennati nella prima puntata. Father and Son 2 sarà anche un interessante esperimento di autofinanziamento per il Museo, in un momento in cui – come tutti gli altri istituti – anche noi stiamo vivendo una situazione di criticità a causa della contrazione degli ingressi legata all’emergenza pandemica. Per il download del gioco chiederemo un piccolo contributo, comunque inferiore a 1 euro. Siamo curiosi di vedere la risposta del pubblico: potrebbe essere una strada alternativa alla tradizionale email in cui si chiede direttamente sostegno economico».

Dopo Father and Son 2, sarà poi la volta di MannCraft Fuga dal Museo. Il primo rappresenta lo sbarco del MANN nell’ecosistema virtuale di Minecraft (un gioco disponibile su PC, console e smartphone/tablet, con oltre 200 milioni di copie vendute nel mondo), grazie a cui sarà costruita una versione fedele del Museo – dal palazzo storico alle collezioni – che potrà essere visitata dai giocatori, con spazi e laboratori pensati per le scuole. Fuga dal Museo sarà invece un audiogioco in italiano e inglese per assistenti vocali Alexa, che consentirà ai giocatori di interagire con le opere e le sale del MANN, tra enigmi e misteri, con una particolare attenzione alla fruizione per non vedenti e ipovedenti.

Infrastrutture e sicurezza: il nuovo Atrio come un foyer, la gestione dei flussi e il wi-fi

Tra le iniziative che nei prossimi mesi avranno un maggiore impatto anche dal punto di vista scenografico, c’è la decisione di aprire al pubblico l’Atrio del Museo«Fino a oggi era accessibile solo tramite biglietto. Seguendo l’esempio di importanti musei e istituzioni internazionali, vogliamo creare una sorta di foyer aperto e ospitale», dice Giulierini. «Questa novità però impone un aggiornamento nei software di gestione dei biglietti elettronici, nel controllo dei flussi dei visitatori e nella sicurezza e protezione delle opere. Adotteremo anche tecnologie che si servono di modelli di intelligenza artificiale».

Sempre in un’ottica di inclusività, ospitalità e accessibilità («Il museo come un grande luogo d’incontro»), dal 2018 il MANN ha introdotto una nuova rete wi-fi gratuita che copre l’intera area dell’istituto.

LA VISIONE

Tre millenni di storia, tecnologia… e fedeltà all’originale

Realizzati grazie ai finanziamenti del Programma Operativo Nazionale «Cultura e sviluppo 2014-2020», tutti i progetti innovativi del MANN seguono una filosofia molto attenta alla valorizzazione dell’originale e all’esperienza del visitatore del museo. «Quando mettiamo in cantiere un progetto, anche quello più all’avanguardia, il nostro obiettivo rimane sempre salvaguardare l’originale», spiega Giulierini. «Gli originali sono la forza e la ricchezza dell’Italia, non avrebbe senso metterli in competizione con qualcos’altro. Il digitale però può fornire un punto di vista diverso e aiutare il visitatore – o il pubblico online – a cogliere dei particolari che altrimenti non sarebbero visibili. Così la tecnologia di videomapping può permetterci di vedere un mosaico nella sua collocazione naturale sul pavimento o l’intelligenza artificiale aiutarci a ricostruire colori che sono ormai perduti. Nel complesso, le tecnologie possono aumentare il coefficiente di interazione e interattività, seguendo una missione in cui ci riconosciamo: quella di un museo che non impone ma propone differenti possibilità culturali. E ci permettono di rafforzare l’inclusività e l’accessibilità delle opere, raggiungendo tutti i tipi di pubblico: nelle sale e su Internet».

«Ma il nostro è un discorso che va oltre il digitale e riguarda tutti i linguaggi e la loro dirompente capacità di raccontare qualcosa di diverso al pubblico», aggiunge Giulierini. «Pensiamo a Lucy. Sogno di un’evoluzione, la mostra che abbiamo presentato in anteprima digitale a dicembre. È basata su un fumetto in cui il maestro Tanino Liberatore re-immagina la storia di Lucy, l’australopiteco i cui resti sono stati rinvenuti in Africa nel 1974. L’originale sono le ossa della nostra famosa antenata, conservate in Etiopia. La Lucy del MANN è diversa: è la protagonista di una nuova narrazione che – usando tecnologie moderne, l’artista ha disegnato il fumetto al computer – attiva altri sentimenti, emozioni, storie. Quando parliamo di forza dirompente dei linguaggi, intendiamo proprio questo. Ed è l’approccio visibile in tutte le iniziative di OBVIA, il progetto che abbiamo in partenariato con l’Università Federico II».

«Da un punto di vista un po’ superficiale, l’abbinamento tra un museo dedicato all’antichità come il MANN e la tecnologia potrebbe apparire strano», conclude Giulierini, «perché siamo stati abituati a suddividere i musei in categorie molto rigide: arte antica, arte moderna, scienze e tecnologia e così via. Ma il nostro è un Museo tecnologico per natura. L’antichità non era fatta solo d’arte, era un mondo pieno di tecnologia. Senza di essa, nessuno sarebbe mai riuscito a costruire strutture meravigliose come il Partenone. Per questo, un’altra delle novità di cui siamo molto orgogliosi per i prossimi mesi è la riapertura della sezione dedicata alla tecnologia di Pompei. Ci permette di ricordare che il MANN è un Museo che celebra la tecnologia antica e sposa quella moderna».

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