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La XIV edizione di èStoria si è conclusa con circa 60 mila presenze

Gorizia, 20 maggio 2018. Si è parlato di Migrazioni, quelle lontane nel passato e quelle che abitano la contemporaneità, si è discusso di storiografia e di attualità geopolitica, si sono intrecciate discipline e prospettive diverse. Con circa 60 mila presenze, èStoria si è confermato un appuntamento atteso e apprezzato dal pubblico, che ha affollato le varie sedi del Festival, facendo registrare il tutto esaurito soprattutto nelle tende dei Giardini Pubblici. E insieme a coloro che hanno partecipato agli incontri, un pubblico “digitale” di oltre 1 milione di persone ha seguito i 100 eventi trasmessi in diretta streaming sul sito www.estoria.it e su Facebook.

“Questa XIV edizione ha ribadito ancora una volta la forte identità di èStoria e il suo primato nazionale nella divulgazione storica”, commenta l’ideatore e direttore del Festival Adriano Ossola, “ma ha anche testimoniato la sua vocazione internazionale, con le voci di numerosi protagonisti stranieri”. E aggiunge: “Il nostro obiettivo è avvicinare e coinvolgere il grande pubblico attraverso la divulgazione storica e, vista l’ottima risposta, stiamo valutando di ampliare lo spettro dei contenuti aprendo a tutti i modi con i quali si fa e si dice la storia: dalla precisione della ricostruzione storiografica alla creatività narrativa e ai linguaggi e orizzonti più vari. Penso in particolare alla letteratura, alle serie tv e al graphic novel storico”.

Anche questa edizione si è conclusa registrando il tutto esaurito. Gorizia, grazie alla guida di Adriano Ossola, è sempre di più Città della Storia, Città della Cultura”, sottolinea Rodolfo Ziberna, Sindaco di Gorizia. “Una terra di confine si presta più di altre a cedere e ricevere cultura. Quest’anno ancor di più con il tema Migrazioni: una scelta coraggiosa, che ha offerto una opportunità per affrontare uno degli argomenti epocali che ci seguirà nei prossimi decenni. èStoria sempre più si rivela essere il principale evento culturale, in questo ambito, della regione ed uno dei più importanti in ambito nazionale. Gorizia è grata all’organizzazione e a tutti coloro che a diverso titolo hanno concorso a realizzare l’evento”.

Fabrizio Oreti, Assessore alla Cultura ed allo Sviluppo Turistico del Comune di Gorizia: “Come amministrazione comunale stiamo lavorando tanto per essere riconosciuti come patrimonio regionale della cultura e della storia. Attraverso il Festival ci qualifichiamo proprio in tal senso, a livello nazionale e internazionale. Ma non solo: grazie a èStoria, Gorizia arricchisce la sua offerta culturale e, al tempo stesso, fa conoscere i suoi tesori e le sue ricchezze ad un pubblico e in un contesto ben più ampio di quello regionale. Rivolgo infine un apprezzamento e un plauso ad Adriano Ossola e a tutto il suo staff che, con passione e tenacia, nei giorni del Festival rende Gorizia la capitale della cultura e della storia.”

Una capitale della storia che quest’anno, per la prima volta, è andata “in trasferta”: èStoria è stato infatti preceduto da un appuntamento di presentazione a fine aprile, presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli a Milano, dove la storica Donatella Di Cesare ha anticipato alcune riflessioni sul concetto di migrazione e di straniero. E sempre nel percorso di avvicinamento si sono inserite le due proiezioni della sezione èStoria Cinema nei giorni immediatamente precedenti l’apertura del Festival.

Le prospettive di indagine e riflessione, proposte dagli ospiti, sono state seguite dal pubblico con curiosità e partecipazione. Una folla di appassionati ha accolto il medievalista Alessandro Barbero, insignito del Premio èStoria, che ha catturato i presenti raccontando di popoli in movimento e di come si narra la storia ai non specialisti: “Riusciamo a fare divulgazione perché alle nostre spalle c’è il lavoro di molti che fanno ricerca e questa dialettica è fondamentale, è utile per entrambe. Una volta mancava questa apertura al grande pubblico, in quanto la ricerca era destinata solo alla comunicazione tra studiosi: dobbiamo invece raccontare per soddisfare il diritto di sapere, offrire questo servizio al Paese”.

Tutto esaurito anche per gli accademici Elena Isayev e Gino Bandelli che hanno rievocato le migrazioni ai tempi dell’Impero Romano, per l’esperto di storia militare Nic Fields che, insieme al direttore del Churchill College dell’Università di Cambridge Jerry Toner ha ricostruito le “migrazioni” degli eserciti nell’Antica Roma, e per l’incontro di quest’ultimo che ha svelato al pubblico come vivere al modo degli antichi romani. Gremiti gli appuntamenti con lo storico Philip Mansel e Fausto Biloslavo su Aleppo e la guerra civile in Siria, con la direttrice emerita di ricerca presso il Centro di Ricerche Internazionali Sciences Po di Parigi Catherine Wihtol De Wenden, che ha riportato l’attenzione sui flussi migratori all’interno e a partire dall’Africa, con il filosofo e politologo Julian Nida-Rümelin, che ha discusso di scuola, educazione, populismo e integrazione, con Petre Roman, ex primo ministro rumeno al tempo della caduta di Ceausescu, che ha ripercorso gli spostamenti di popoli dall’Europa orientale e la caduta del Muro, con la giornalista di Science Ann Gibbons e i genetisti Luca Pagani e Guido Barbujani, che hanno introdotto l’elemento genetico nella riflessione sul passato e sul nostro nomadismo. Posti al completo anche per la riflessione sulle “armi di migrazione di massa” con Kelly Greenhill e Loretta Napoleoni, e quella sul fondamentalismo islamico con lo scrittore algerino Boualem Sansal e il sociologo Stefano Allievi, come anche per il matematico Piergiorgio Odifreddi, che con Pierluigi Celli ha messo a fuoco un altro tipo di migrazione, quella dei “cervelli in fuga”. Pubblico assiepato per scoprire i segreti della morte di Hitler con Thomas Weber e Jean-Christophe Brisard, per seguire la ricostruzione dell’Iran degli ayatollah offerta da Michael Axworthy, dalla prospettiva rivoluzionaria, e Farian Sabahi, concentrata sulla difficile appartenenza a più fedi.

Un pubblico attento e numeroso ha ascoltato l’attivista Tareke Brhane ragionare su un luogo simbolo della migrazione nel Mediterraneo – Lampedusa – insieme al sindaco Salvatore Martello, l’analisi sulle leggi razziali condotta da Elena Loewenthal e Michele Sarfatti, come pure il focus sulle crisi globali proposto da Sergio Romano e Antonio Carioti, gli incontri con Mario Capanna, Angelo D’Orsi e Marcello Veneziani sui cinquant’anni dal ’68, Ernesto Galli della Loggia sull’Italia di ieri e di oggi, Mimmo Franzinelli sulla spirale di violenze in Italia tra il 1943 e il 1945, monsignor Gian Carlo Perego, ex-direttore della Fondazione Migrantes della CEI e arcivescovo di Ferrara, sul legame tra religione e accoglienza, Paolo Pastore e Massimo Cirri sul rapporto tra migrazioni e commercio equosolidale e Marino Niola per una antropologia delle tradizioni gastronomiche.

Il ruolo di primo piano del Festival si conferma anche attraverso l’attenzione dei media nazionali e locali: Corriere della Sera, La Stampa, Il Messaggero, Il Giornale, Avvenire, il manifesto e i supplementi La Lettura del Corriere della Sera, Robinson de la Repubblica, Domenica de Il Sole 24 Ore e il settimanale Left hanno raccontato il Festival e i suoi protagonisti di rilievo con interviste e approfondimenti, mentre Il Piccolo, il Messaggero Veneto, Il Gazzettino, Il Friuli e il quotidiano in lingua slovena Primorski dnevnik lo hanno accompagnato giorno per giorno con resoconti, focus e segnalazioni. La manifestazione è stata seguita anche da televisioni e radio con servizi e interviste – fra gli altri – su Radio3 Fahrenheit, Giornale Radio Rai, Radio 24, Rai Radio Uno, Isoradio, Radio Radicale, Rai Friuli-Venezia Giulia.

Su Facebook il Festival ha avuto una copertura di oltre 900 mila persone raggiunte e 850 mila interazioni; su Twitter ha raggiunto 200 mila persone, con 80 mila interazioni.

L’appuntamento con la XV edizione di èStoria è dal 23 al 26 maggio 2019 sul tema FAMIGLIE.

La sinergia del Festival Internazionale della Storia con il territorio è testimoniata da un network di oltre 120 collaborazioni a livello nazionale e regionale, che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione: case editrici, centri di ricerca, istituti e associazioni. Uno speciale riconoscimento va a tutti coloro che hanno reso possibile questa XIV edizione del Festival: gli sponsor e gli enti pubblici che lo hanno patrocinato e sostenuto, i media partner e tutta la stampa che ha seguito da vicino il Festival: la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune di Gorizia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, la Camera di Commercio Venezia Giulia, numerosi sponsor privati e gli Amici di èStoria. Media partner sono Le Figaro Histoire, Rai Radio Uno, Il Piccolo e Messaggero Veneto.

 

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